
La Dimensione della Fantasia
Estratto dal libro
Durante il terzo mese luminoso dell'Estate Verde, nel primo giorno di sole della settimana solare, nella Terra Verde di Kramelet – città Fjorden di Nesoftsev con una piccola, malandata carrozza viaggiava un uomo molto strano.
Questo era Ised, il viaggiatore dalla Terra Rosa. Indossava abiti variopinti e sbiaditi e aveva uno zainetto sulla schiena. Si dirigeva verso Kramelet per cercare e vedere esattamente che cosa fosse la Felicità e per imparare come vivevano le persone nella città principale di Ladorv.
Gli avevano detto che era una grande città, con una vita interessante, con persone intelligenti e ben sviluppate. Guardava intorno con occhi spalancati – era la prima volta che lasciava la sua casa e ora osservava con interesse e curiosità.
Ma già ai primi passi si fermò confuso. Si era immaginato Kramelet come un luogo pieno di vita, con persone sorridenti e allegre, ma ciò che vide lo spaventò. Non c'era allegria, non c'era musica, non c'erano volti sorridenti.
Invece gli abitanti camminavano, ognuno immerso nei propri pensieri. I loro Tehidrava stavano orgogliosamente sulle loro teste, ma la luce era fioca. Tutti sembravano molto diversi.
Ised fu stupito da questo. Che cosa erano quelle cose sulle teste dei passanti? Guardava meravigliato e con sorriso ma l'espressione felice sparì dal suo viso. La città era bella, ma era priva di vita, mancava la gioia. Stava per mettersi a piangere. Era questo il motivo per cui aveva lasciato la sua piccola e accogliente casa nella Terra Rosa!
Si chiedeva dove andare. Vedeva solo facce ostili, e nessuno gli prestava attenzione. Solo lo guardavano con rabbia perché lui non aveva Tehidrava, si accigliavano e pensavano che fosse un pazzo venuto dalla Fine della Terra Lontana.
Lui sapeva che qui avrebbe incontrato le Persone Diverse, ma non si aspettava che fossero così distanti e poco accoglienti. Aveva voglia di voltarsi indietro e salire di nuovo sulla carrozza ma proprio in quel momento accanto a lui passò una carretta trainata da magluvi (animali da tiro con corpo di lione e testa di asino).
Sul carro sedeva un vecchietto piccolo e curvo. Il suo Tehidrava era pulito e stava bene sulla sua testa. Il vecchio sorrise a Ised:
– Dove vai, giovane uomo? – disse mostrando i suoi denti bianchi e belli.
– Nemmeno io lo so – rispose Ised, guardando il vecchio – Sto andando a Ladorv per vedere la Felicità. Dicono che posso trovarla lì.
Si guardò intorno e la sua espressione divenne triste.
– Forse ho sbagliato posto. Non sono sicuro di trovare la Felicità qui. Ma in ogni caso sono arrivato, continuerò avanti e che sia quel che sarà – disse lui risolutamente.
Il nonno gli sorrise di nuovo. C'era qualcosa di misterioso e allegro in quell'anziano.
– Salta su! – lo incoraggiò Ised – Io sto andando laggiù. Se vuoi ti porterò. Chissà, potresti anche trovare ciò per cui sei venuto. Aspetta, non affrettarti, dovresti incontrare altra gente – Srevinu, l'Ombra Suprema. Ehh... magari dopo troverai ciò per cui sei venuto.
Ised salì sulla carretta, si sedette e strinse forte il suo zainetto in mano. Pensava che ora che era già lì, sarebbe stato meglio provare comunque a conoscere la vita degli abitanti della Terra Verde di Kramelet.
L'anziano già diverso gli parlava allegramente.
– Cosa sono queste cose sulle vostre teste? – chiese innocente Ised.
– Oh... questo? Giovane uomo, questo è il nostro Tehidrava! Ed è la cosa senza la quale nessun Verdeterreno può esistere.
– Cosa? Morite se lo perdete? – chiese stupito Ised.
– No, no, non moriamo, ma se lo perdiamo, perdiamo tutto. Uno che perde il suo Tehidrava, la gente vede un morto che cammina, un uomo senza anima, senza forma. Ecco perché ci teniamo ai nostri Tehidrava.
Ised guardò quella cosa sulla testa dell'anziano e sorrise. La carrozza si muoveva lentamente lungo il sentiero sassoso e Ised presto si addormentò.

